Meloni Cantalupo, a Licata la mattanza dei prezzi

«Si vende a 0,30 €/kg ma solo la piantina costa 1-1,20€»

Meloni Cantalupo, a Licata la mattanza dei prezzi

A Licata è dramma meloni. Il prodotto tipico dell’areale agrigentino sta attraversando una fase complicata a causa dei prezzi di vendita che a stento arrivano a 0,30 – 0,40 €/kg, quando - solo la piantina - ha un prezzo intorno a 1-1,20, come fanno notare i produttori. Una miseria che i coltivatori non possono accettare, considerati i sacrifici che si devono fare per produrre il Cantalupo di Licata. A IFN arrivo il duro sfogo del produttore siciliano Giovanni Chianta, che non ci vede chiaro e non vuole che la crisi sia attribuita solo all’andamento climatico. “Per andare in produzione serve un investimento pari a 0,70 – 0,80 €/kg ed è impensabile che al produttore venga riconosciuto un prezzo al di sotto del costo di produzione, stiamo vendendo in negativo. Un prezzo equo sarebbe 1,40 al produttore”.

“Non fossilizziamoci pensando che sia colpa del meteo - afferma il produttore - io credo che si tratti di speculazione e le condizioni metereologiche siano un pretesto per mandare in picchiata le quotazioni. Ma a rimetterci siamo noi produttori perché negli scaffali della gdo il prezzo si mantiene e tocca quota 3,50 €/kg”. 

Qualche referenza è stata ritirata senza un prezzo stabilito. “Situazione tragica anche per le angurie, le mini sono state ritirate senza prezzo di riferimento e, così, si è in balia del mercato e non può andare bene. Questa situazione non può essere giustificata in nessun modo”. I produttori si trovano in una morsa tra abbandonare il prodotto sulla pianta o farsi sottopagare e limitare i danni.

“I meloni vengono raccolti in una breve lasso di tempo per evitare la sovra-maturazione. Soprattutto alcune varietà pregiate devono essere raccolte in tempi celeri per offrire un prodotto con standard adeguati. Ma tanti colleghi, giustamente, non stanno raccogliendo per protesta”.  
Servirebbe un prezzo minimo da stabilire, un prezzo “obbligato” per non far fallire i produttori – conclude Chianta.