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Packaging: Consiglio e Parlamento raggiungono un accordo politico. Preoccupazione per l’ortofrutta
Grande attesa per il documento di sintesi, licenziato ieri sera
Ieri l'altro, in tarda serata, la Presidenza del Consiglio e i rappresentanti del Parlamento europeo hanno raggiunto un accordo politico provvisorio sulla proposta di regolamento sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio. L'obiettivo, come noto, è affrontare l'aumento dei rifiuti di imballaggio generati nell'UE, armonizzando nel contempo il mercato interno degli imballaggi e promuovendo l'economia circolare.
I temi oggetto di interesse riguardano l'intero ciclo di vita degli imballaggi, garantendo requisiti di sicurezza e sostenibilità, richiedendo che tutti gli imballaggi siano riciclabili e che la presenza di sostanze pericolose sia ridotta al minimo. Vengono stabiliti inoltre requisiti di armonizzazione dell'etichettatura per migliorare l'informazione dei consumatori. In linea con la gerarchia dei rifiuti, la proposta mira a ridurre significativamente la produzione di rifiuti di imballaggio fissando obiettivi vincolanti per il riutilizzo, limitando alcuni tipi di imballaggi monouso e richiedendo agli operatori economici di ridurre al minimo gli imballaggi utilizzati.
L'accordo raggiunto lunedì è provvisorio, in attesa dell'adozione formale da parte di entrambe le istituzioni. Fra i principali elementi dell'accordo, di particolare rilevanza per il comparto ortofrutticolo vi sono due punti.
1. Restrizioni su determinati formati di imballaggio
Le nuove regole introducono restrizioni su alcuni formati di imballaggio, tra cui imballaggi monouso in plastica per frutta e verdura sotto 1,5 kg, per alimenti e bevande, condimenti, salse all'interno del settore HORECA, per piccoli prodotti cosmetici e da toeletta utilizzati nel settore alberghiero (ad es. bottiglie di shampoo o lozione per il corpo) e per sacchetti di plastica molto leggeri (ad es. quelli offerti nei mercati per generi alimentari sfusi).
Il divieto delle plastiche monouso dovrebbe essere limitato ai materiali 100% plastici, con esclusione di plastiche compostabili e composite.
Dovrebbe essere prevista la possibilità per gli Stati membri di definire standard per qualità e sicurezza alimentare (turgidità etc.), derogando dal divieto precedente.
Le insalate in busta, vista l'oggettiva mancanza di alternative praticabili su larga scala, non sono toccate dal provvedimento.
2. Obiettivi di riutilizzo e obblighi di riempimento
Il testo stabilisce nuovi obiettivi vincolanti di riutilizzo per il 2030 e obiettivi indicativi per il 2040. Gli obiettivi variano a seconda del tipo di imballaggio utilizzato dagli operatori: bevande alcoliche e analcoliche (esclusi vini e vini aromatizzati, latte e altre bevande altamente deperibili), trasporto e imballaggio di vendita (esclusi gli imballaggi utilizzati per merci pericolose o apparecchiature di grandi dimensioni e gli imballaggi flessibili a contatto diretto con gli alimenti) e gli imballaggi raggruppati. Anche gli imballaggi di cartone sono generalmente esentati da tali requisiti.
L'accordo introduce una deroga generale di cinque anni rinnovabile al raggiungimento degli obiettivi di riutilizzo in condizioni specifiche, tra cui:
- lo Stato membro esente supera di 5 punti percentuali gli obiettivi di riciclaggio da raggiungere entro il 2025 e si prevede che superino di 5 punti percentuali gli obiettivi di riciclaggio 2030.
- lo Stato membro esente è sulla buona strada per raggiungere i suoi obiettivi di prevenzione dei rifiuti
- gli operatori hanno adottato un piano aziendale di prevenzione e riciclaggio dei rifiuti che contribuisce al raggiungimento degli obiettivi di prevenzione e riciclaggio dei rifiuti stabiliti nel regolamento
Le nuove norme esentano inoltre le microimprese dal raggiungere tali obiettivi e introducono la possibilità per gli operatori economici di costituire raggruppamenti di cinque distributori finali per raggiungere gli obiettivi di riutilizzo delle bevande.
I colegislatori hanno stabilito l'obbligo per le imprese di take-away di offrire ai clienti la possibilità di portare i propri contenitori da riempire con bevande fredde o calde o cibi pronti, senza alcun costo aggiuntivo. Inoltre, entro il 2030, le attività di take-away devono offrire il 10% dei prodotti in formati di imballaggio adatti al riutilizzo.
L'accordo provvisorio nella sua interezza dovrebbe essere reso noto in giornata e sarà ora sottoposto per approvazione ai rappresentanti degli Stati membri in seno al Consiglio (Coreper) e alla commissione ambiente del Parlamento. Se approvato, il testo dovrà essere formalmente adottato da entrambe le istituzioni, previa revisione da parte di giuristi linguisti, prima di poter essere pubblicato nella Gazzetta ufficiale dell'UE ed entrare in vigore. Il regolamento sarà applicato a partire da 18 mesi dopo la data di entrata in vigore. (am)
Fonte: www.consilium.europa.eu