Da sistema frammentato a hub strategici: Italmercati disegna la nuova rete nazionale del fresco

Consulta dei Mercati, rilancio dei rionali e integrazione con Gdo e ristorazione: la road map Italmercati–ISMEA 2025 presentata ieri al CNEL

Da sistema frammentato a hub strategici: Italmercati disegna la nuova rete nazionale del fresco

Costruire una rete nazionale dei mercati strategici, creare un tavolo tecnico permanente con gli stakeholder sui temi salienti del comparto, rafforzare il legame con la Gdo e con le organizzazioni di produttori, rilanciare il comparto ittico e aprire nuove collaborazioni con la ristorazione collettiva per portare il fresco nelle mense pubbliche fino al rilancio dei mercati rionali di prossimità, da valorizzare come presidi territoriali di qualità, socialità e sostenibilità urbana.
Sono queste le direttrici strategiche delineate dal Rapporto Italmercati–ISMEA 2025, presentato al CNEL nel corso di una giornata di confronto che ha riunito i principali protagonisti del mondo agroalimentare, della distribuzione e delle istituzioni. La seconda edizione dello studio, promossa da Italmercati – Rete d’Imprese dei Mercati Agroalimentari Italiani in collaborazione con ISMEA e Censis, offre una fotografia aggiornata e una prospettiva chiara: il futuro del fresco passa dai mercati.

Brunetta: “I mercati, cuore economico e sociale delle comunità”
Ad aprire i lavori è stato Renato Brunetta, presidente del Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro (CNEL), che ha ricordato come i mercati rappresentino “un luogo fondante delle nostre comunità, della nostra cultura e della nostra economia”.
“I mercati – ha sottolineato – sono il cuore pulsante delle città e un pezzo importante del nostro futuro. Stiamo andando verso modelli di consumo fondati su prossimità, salubrità e tracciabilità, e in questo percorso i mercati all’ingrosso svolgono un ruolo cruciale, in dialogo con la grande distribuzione. Non sono il passato, ma un elemento moderno e vitale dell’economia reale. Servono nuove competenze, logistica dedicata e una cultura della naturalità del cibo: i mercati sono gli agenti di questo cambiamento, dove i prodotti freschi restano la chiave della fidelizzazione dei consumatori.”

Fabio Massimo Pallottini, presidente di Italmercati

Pallottini: “Costruire una rete moderna e sostenibile del fresco”
Subito dopo, Fabio Massimo Pallottini, presidente di Italmercati, ha tracciato la rotta del sistema. “Italmercati è oggi una rete solida che raggruppa 22 delle principali strutture agroalimentari del Paese con numeri che parlano da soli: 11 miliardi di euro di fatturato annuo, 9,6 milioni di metri quadrati di superficie totale, 2,5 milioni coperti, 7 milioni di tonnellate di prodotti commercializzati, 4.000 aziende coinvolte e 7 milioni di veicoli in transito ogni anno. Dati che confermano la centralità dei mercati all’ingrosso, ma che da soli non bastano se non si accompagna a essi una visione strategica unitaria”.

Secondo Pallottini, i mercati sono oggi in una fase di grande evoluzione, con progetti di investimento per circa 600 milioni di euro tra fondi pubblici e privati, di cui oltre 150 milioni provenienti dal PNRR. “Stiamo investendo nel potenziamento delle infrastrutture logistiche e digitali, nella transizione ecologica e nella riduzione dell’impronta ambientale. Parliamo di logistica sostenibile, risparmio energetico e maggiore connessione con i territori e le filiere produttive. L’obiettivo è costruire una rete moderna, efficiente e sostenibile, capace di essere un interlocutore strategico all’interno della filiera agroalimentare italiana.”

Pallottini ha evidenziato anche l’urgenza di una razionalizzazione del sistema dei mercati, oggi estremamente frammentato: “In Italia sono attivi 137 mercati all’ingrosso e centri agroalimentari, contro i soli 24 in Spagna e 26 in Francia. Il nostro modello è ricco, ma dispersivo. In Francia esistono i Mercati d’Interesse Nazionale, in Spagna la società pubblica Mercasa coordina l’intero sistema. È il momento di individuare anche in Italia i mercati più strategici, riconoscendone il valore nazionale e permettendo loro di accedere a fondi e finanziamenti per lo sviluppo. Abbiamo elaborato una proposta concreta, che punta a una riforma complessiva del sistema, e che vogliamo concretizzare attraverso la proposta di un disegno di legge ad hoc”.

Da questa visione nasce la Consulta dei Mercati all’Ingrosso, organismo voluto da Italmercati per dare rappresentanza unitaria al comparto. “Abbiamo bisogno di una voce autorevole che rappresenti tutto il sistema, rafforzi il dialogo istituzionale e partecipi attivamente alla definizione delle politiche di sviluppo. È un passo importante per riconoscere ai mercati la dignità che meritano nel panorama agroalimentare.”

Sul fronte del consumo, Pallottini richiama i risultati dell’indagine Censis (che vedremo in seguito), che mostrano una forte propensione degli italiani verso i prodotti freschi, ma anche criticità all’acquisto. “I mercati hanno un vantaggio competitivo naturale: garantiscono qualità e freschezza grazie al legame diretto con i produttori locali, assorbono parte dell’inflazione mantenendo prezzi competitivi e offrono una varietà stagionale unica. Sono presidi sociali ed economici che vanno valorizzati”.

Uno dei fronti su cui Italmercati intende agire è il rilancio del commercio di prossimità. “In Italia operano oltre 7.000 mercati rionali: vogliamo lanciare un grande piano nazionale di rilancio, che unisca risorse, competenze e innovazione. Esempi come Bologna e Milano dimostrano che l’integrazione tra mercati all’ingrosso e rionali può migliorare qualità e logistica, restituendo valore alla spesa di prossimità”.

Un altro asse strategico riguarda la ristorazione tradizionale e collettiva, definita da Pallottini “un giacimento culturale da valorizzare”. “I mercati possono diventare canali diretti di approvvigionamento per mense scolastiche e aziendali, garantendo frutta e verdura di stagione a chilometro zero e ingredienti freschi e di qualità. Lavoriamo perché la filiera del fresco diventi parte integrante del benessere alimentare quotidiano”.

Infine, Pallottini sottolinea il valore della collaborazione con la Grande distribuzione organizzata: “La Gdo deve tornare nei mercati, non perché lo diciamo noi, ma perché qui trova convenienza, qualità e servizi logistici all’altezza. Allo stesso tempo, i mercati devono assicurare quantità e standard di servizio adeguati alle esigenze della distribuzione moderna. È una collaborazione reciproca che può rafforzare l’intera filiera agroalimentare italiana”.

“In definitiva – conclude Pallottini – investire nei mercati all’ingrosso significa investire nella qualità della vita, nella valorizzazione del territorio e nel futuro del cibo fresco in Italia. Con il nostro Rapporto, vogliamo proporre un piano concreto di riforma per creare pochi poli forti, moderni e digitali, in grado di garantire tracciabilità, sostenibilità e competitività, al servizio dei cittadini e della filiera.”

De Rita e Toma (Censis): “Il fresco è la base del sistema alimentare, i mercati devono evolvere in piattaforme moderne e interconnesse”
“Il cibo fresco resta la base della nostra alimentazione e i mercati devono diventare piattaforme autonome, moderne e digitali, capaci di gestire i flussi in modo efficiente e interconnesso. È questa la dimensione intermedia che può vincere la sfida del futuro”, ha dichiarato Giuseppe De Rita, presidente del Censis, aprendo la presentazione dello studio “Rigenerare il fresco – I mercati all’ingrosso tra innovazione e sfida dei consumi”.

Andrea Toma, responsabile Area Economia, Lavoro e Territorio del Censis

Dall’analisi, illustrata da Andrea Toma, responsabile Area Economia, Lavoro e Territorio del Censis, emerge una trasformazione profonda nei comportamenti di consumo: il 73% degli italiani presta oggi maggiore attenzione all’origine e alla tracciabilità dei prodotti, mentre il 56% sceglie mercati rionali o punti vendita specializzati, spinto da fiducia, qualità e rapporto diretto con il venditore. Il 63% considera il fresco il prodotto più sano, il 47% il più gustoso e la qualità percepita (freschezza, sapore, aspetto) resta il primo criterio d’acquisto.

Tuttavia, il 39% delle famiglie ha ridotto gli acquisti di frutta e verdura a causa dell’aumento dei prezzi, e quasi una su tre ha modificato la dieta privilegiando alimenti a più lunga conservazione. Per il Censis, questa “frattura alimentare” rischia di tradursi in una nuova disuguaglianza sociale, dividendo chi può permettersi una dieta sana da chi non riesce più a sostenerne i costi.

“I mercati all’ingrosso – sottolinea ancora il Censis – restano un pilastro strategico per garantire qualità, equilibrio e sostenibilità nella filiera del fresco. Ma per affrontare le nuove tendenze di consumo serve una grande campagna di comunicazione sul valore sociale del cibo fresco, rivolta soprattutto ai giovani, per rigenerare la cultura della prossimità e del mangiare sano.”

Livio Proietti, presidente di ISMEA

ISMEA: “I mercati sono hub strategici per la logistica del fresco”
Dai dati del Rapporto Italmercati–ISMEA 2025 emerge la forza logistica del sistema: oltre l’80% dei mercati sorge in prossimità di svincoli autostradali, la metà è collegata a scali ferroviari e un terzo a porti o aeroporti.
Il valore dei prodotti movimentati supera i 7 milioni di tonnellate l’anno, con eccellenze nelle filiere ortofrutticola (18,9 miliardi di euro alla produzione), florovivaistica (3,2 miliardi, di cui il 70% all’estero), delle carni (12,6 miliardi) e ittica (oltre 700 milioni di valore aggiunto).

Il rapporto evidenzia inoltre la spinta verso la transizione ecologica: oltre la metà delle strutture ha già installato impianti fotovoltaici o sistemi di efficienza energetica, e la quota media di energia autoprodotta sfiorerà il 50% entro il 2026. Quasi tutti i mercati adottano pratiche di recupero e donazione dei prodotti invenduti, riducendo sprechi e impatto ambientale.

“Il Rapporto ci restituisce la fotografia di un segmento strategico per la filiera agroalimentare – ha dichiarato Livio Proietti, presidente di ISMEA –. I mercati all’ingrosso sono punti di incontro essenziali tra produzione e distribuzione. La loro evoluzione verso modelli più sostenibili, digitali e integrati è decisiva per rendere l’agroalimentare italiano più competitivo.”

Il confronto: produttori e distribuzione insieme per la filiera del fresco
La giornata è proseguita con due tavole rotonde.
La prima, “Il mondo della produzione di fronte alle problematiche del fresco”, ha riunito Ettore Prandini (Coldiretti), Cristiano Fini (CIA), Roberto Caponi (Confagricoltura) e Tommaso Battista (Copagri).
Il confronto ha ribadito come la sfida del fresco si vinca con sinergia e integrazione tra produttori e mercati, anelli indissolubili della stessa catena del valore. Tra i temi emersi: la crisi climatica, la necessità di rafforzare la filiera corta e la vendita diretta, e il ruolo dei mercati come sbocco strategico per l’ortofrutta e i piccoli produttori. Centrale anche la questione della ripartizione del valore lungo la filiera, dove i mercati possono contribuire a una più equa valorizzazione della produzione agricola.

La seconda tavola rotonda, “Distribuzione e crescita del fresco”, ha visto gli interventi di Nico Gronchi (Confesercenti), Roberto Calugi (FIPE), Carlo Alberto Buttarelli (Federdistribuzione) e Valentino Di Pisa (Fedagromercati – Confcommercio).
Al centro, l’importanza di interpretare i nuovi comportamenti del consumatore, valorizzando localismo, filiera corta e tecnologie digitali come strumenti di connessione tra produzione, ristorazione e distribuzione.
Razionalizzare, è stato ribadito, non significa eliminare i mercati minori, ma diversificare le strategie tra grandi poli e realtà territoriali, costruendo un sistema integrato e complementare.

Angelo Rossi, consigliere per i rapporti istituzionali del MASAF

Il ruolo delle istituzioni: una strategia di sistema
In chiusura, Angelo Rossi, consigliere per i rapporti istituzionali del MASAF, ha ribadito il valore strategico delle infrastrutture logistiche dei mercati all’ingrosso.
“I mercati – ha dichiarato – sono un pilastro del sistema agroalimentare nazionale. Rappresentano un punto d’incontro tra produttori e cittadini, tra economia e sostenibilità. Il Governo continuerà a investire in questo settore, come già avvenuto con le risorse PNRR, per consolidare la filiera del fresco e valorizzare la produzione italiana.”

Una filiera in movimento
Dalla logistica alla transizione ecologica, dal rilancio dei mercati rionali alla digitalizzazione, il Rapporto Italmercati–ISMEA 2025 restituisce l’immagine di una filiera in movimento, che sta riscoprendo nel fresco – e nei mercati che lo rendono accessibile – uno dei pilastri della competitività e della qualità italiana.
Il futuro del cibo, hanno ricordato i relatori, passa da qui: dalla capacità di connettere territori, persone e prodotti nel nome della freschezza, della sostenibilità e della fiducia. (bf)