Attualità
Numeri e visione: cosa ci insegna Fruit Attraction
Madrid si impone come riferimento mondiale, spinta dall’unità del sistema spagnolo e da performance record nell’export

Fruit Attraction ha dissipato ogni dubbio, se mai a qualcuno ne fossero venuti. La rassegna madrilena, infatti, si è definitivamente imposta come uno snodo centrale per il sistema ortofrutticolo mondiale. C’è chi la considera già superiore a Fruit Logistica, ma prima di stilare classifiche è bene ricordare che la kermesse berlinese continua a esibire cifre da capogiro.
Il primato spagnolo, intanto, è nei visitatori: oltre 120 mila a Madrid, ben 30 mila più di Berlino e il doppio di Rimini. Sul fronte degli espositori e delle superfici, però, resta avanti la Germania, con 2.600 stand distribuiti su 130 mila metri quadrati, tallonata da Fruit Attraction (2.460 espositori su 78 mila mq). Macfrut consolida la sua terza posizione con 1.400 espositori.
Dietro ai numeri c’è la fotografia dei mercati nazionali: la Germania è il primo importatore europeo di ortofrutta, con oltre 21 miliardi di euro nel 2024; la Spagna guida l’export con 18 miliardi e più di 12 milioni di tonnellate spedite all’estero; l’Italia, nello stesso anno, ha toccato il record storico con 6 miliardi di euro e 3,7 milioni di tonnellate esportate. In sostanza, il rapporto Italia-Spagna nell’export è di 1 a 3, mentre nelle fiere è di 1 a 2. Macfrut, a quanto pare, performa meglio in proporzione alle dimensioni del suo settore ortofrutticolo. La raione prevalente è che ha cambiato pelle, diventando una fiera di filiera, laddove Madrid e Berlino “restano” eventi a vocazione commerciale.
Gli italiani, nelle fiere di settore, giocano comunque sempre in prima linea: a Madrid hanno portato oltre 300 aziende (13% del totale), a Berlino più di 400 (17%). Una presenza variegata: da chi presidia con stand di alto livello per consolidare l’export a chi tenta il primo approccio internazionale. E poi c’è la partita dei buyer italiani, richiesti dagli espositori nostrani che partecipano a entrambe le manifestazioni, quasi a voler massimizzare l'efficacia della massiccia presenza di operatori tricolore all’estero.
I buyer, a loro volta, fanno le proprie scelte. Sempre di più prediligono Madrid, complice il legame con le forniture iberiche e la tendenza a centellinare gli incontri con gli italiani per concentrarsi sulle produzioni estere. Senza contare la facilità logistica e il clima favorevole della capitale spagnola, elementi che rendono l’esperienza molto più agevole rispetto alla complessa macchina berlinese.
A vedere la maestosità di Fruit Attraction, si potrebbe pensare a un settore in piena salute. Non è così: anche la Spagna fa i conti con problemi simili a quelli italiani. Ma, consapevoli che l’export è il loro motore, gli operatori iberici hanno accantonato i personalismi per costruire un evento che oggi è punto di riferimento mondiale.
In Italia, intanto, il cambio repentino ai vertici di Macfrut non è passato inosservato neppure alla stampa spagnola, rimasta sorpresa da una vicenda che sa più di querelle interna che di visione condivisa. Sarebbe auspicabile che, all’estero, a stupire non fossero i nostri scossoni nella governance, ma la capacità di presentarci con una strategia unitaria e un approccio collettivo all’altezza delle sfide globali. Per ora, resta la speranza. (bf)
