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Ortofrutta, torna il segno meno nella bilancia commerciale
Nei primi sette mesi deficit di 17 milioni di euro e 180 mila tonnellate

A luglio torna in rosso la bilancia commerciale dell’ortofrutta italiana: nei primi sette mesi dell’anno il saldo tra esportazioni e importazioni è negativo, con una perdita a valore di 17 milioni di euro, nonostante la ripresa rilevata a giugno (clicca qui per approfondire). Il dato più allarmante riguarda l’andamento complessivo: rispetto al 2024, il saldo a valore si è ridotto del 74%. Anche sul fronte dei volumi la situazione resta in rosso, con un deficit di 180 mila tonnellate, seppur in miglioramento del 38% rispetto all’anno scorso.

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Le esportazioni mantengono un buon ritmo di crescita, con un aumento del 6% nei volumi e un incremento del valore del 15% rispetto all’anno precedente, a conferma delle quotazioni favorevoli ottenute sui mercati esteri. Le importazioni, invece, restano sostanzialmente stabili rispetto al 2024: i volumi crescono appena dell’1%, ma i prezzi più elevati all’origine hanno comportato un aumento della spesa complessiva di 15 punti percentuali. Sono questi i principali risultati dell’analisi del Monitor Ortofrutta di Agroter sui dati Istat aggiornati a luglio.
Esportazioni: frutta fresca e secca al comando
Sul fronte dell’esportazioni, analizzando nel dettaglio le principali macrocategorie, è la frutta fresca a trainare il comparto, con un incremento dei volumi del 16% e un valore generato superiore del 25% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. La frutta secca segna tuttavia la performance migliore, crescendo del 20% a volume e del 32% a valore. In controtendenza la categoria di legumi e ortaggi, che registra un calo del 5% nei volumi esportati; le buone quotazioni sui mercati esteri, però, permettono di mantenere positivo il dato a valore (+2%). In difficoltà invece la frutta tropicale, che nel progressivo a luglio mostra risultati negativi sia a volume (-18%) che a valore (-5%).

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Importazioni: stabilità generale ma prezzi in crescita
Sul fronte delle importazioni si delinea un quadro di sostanziale stabilità. Solo la frutta secca mostra un incremento significativo, con volumi in crescita del 12% e un forte aumento della spesa complessiva (+48%) dovuto all’inflazione dei prezzi all’origine. Andamento analogo per gli agrumi, dove le quotazioni in rialzo hanno fatto crescere il valore del 31%, a fronte di volumi leggermente superiori (+5%). La frutta fresca importata registra invece un calo nei quantitativi (-8%), compensato da un lieve incremento del valore complessivo (+3%). Dinamica diametralmente opposta per legumi e ortaggi, dove gli effetti deflattivi hanno ridotto la spesa (-3%), nonostante i volumi restino sostanzialmente invariati (+0,5%).

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Angurie sugli scudi e drupacee in altalena. Bene le mele e i limoni
Con l’aggiornamento dei dati a luglio è possibile delineare un primo bilancio della frutta estiva. Nel trimestre maggio–luglio, le angurie si confermano protagoniste, con un aumento del 4% nei volumi esportati e quotazioni in forte rialzo che portano il valore complessivo a crescere del 20% rispetto all’anno precedente. Andamento analogo per i meloni, che registrano un incremento a valore (+15%) nonostante un calo dei volumi esportati pari all’8%.
Tra le drupacee, pesche e nettarine mostrano una leggera flessione dei volumi (-4%), ma beneficiano di un significativo aumento dei prezzi per un corrispettivo a valore superiore del 33% rispetto al 2024. In controtendenza le albicocche, che perdono oltre un quarto dei volumi esportati, parzialmente compensati dalle quotazioni più elevate (+5% a valore).
Da attenzionare la crescita delle mele, da sempre regine dell’export ortofrutticolo italiano: nei tre mesi considerati le vendite all’estero aumentano del 35% a volume, mentre il valore si attesta a un +31% rispetto all’anno scorso. Tra gli agrumi, spiccano infine i limoni, protagonisti di una performance brillante con un incremento del 20% nei volumi e del ben 44% nel valore generato.

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Tra le orticole, nel periodo commerciale maggio–luglio, tutti i principali prodotti mostrano un calo delle esportazioni: i volumi di patate si riducono del 37%, quelli di lattughe del 10% e di pomodori dell’8%. Le buone quotazioni sui mercati esteri, tuttavia, consentono di mantenere positivo il dato a valore per le esportazioni di pomodori (+2%).

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Impennata per le importazioni di uva da tavola
Sul fronte delle importazioni spicca l’impennata dell’uva da tavola estera, con volumi in ingresso quasi raddoppiati (+90%), per un esborso monetario superiore del 92% rispetto allo scorso anno. Andamento analogo per le angurie estere, che tra maggio e luglio hanno contribuito a sostenere il calo dell’offerta interna con un incremento dei volumi importati del 59%. Tra le orticole, prosegue infine la crescita a doppia cifra delle patate, le cui importazioni aumentano a volume del 13%.
