Il meglio di IFN
Anguria: consumi in crescita e prezzi altalenanti. La sfida è nella gestione dell’offerta
Molti i temi al centro della diretta IFN in programma martedì 29 luglio alle ore 11.00

Con le temperature che in molte zone d’Italia hanno superato i 40 gradi, è inevitabile pensare al frutto simbolo dell’estate: l’anguria. Proprio questo prodotto è protagonista della categoria del mese di luglio, grazie alle analisi del Monitor Ortofrutta di Agroter, che fotografa una situazione ancora complessivamente positiva, ma non senza qualche segnale da monitorare.
Nel 2024 l’export ha messo a segno un risultato storico, superando le 300 mila tonnellate di angurie vendute oltre confine, mentre i consumi interni segnano una lieve crescita, pari all’+1%.
Non mancano però i campanelli d’allarme: i prezzi hanno perso 8 punti percentuali e il fatturato registra un calo del 9%. Numeri che, pur restando sopra la media del triennio precedente, indicano la necessità di un’attenta gestione dell’offerta.
Il mercato, infatti, si sta segmentando sempre di più su diverse tipologie di prodotto e continua ad espandersi nelle varie aree di produzione, nonostante le sfide legate al clima.
Di questi e tanti altri temi si discuterà durante la diretta di martedì 29 luglio sui nostri canali social, dove il dibattito sarà animato da tre protagonisti di riferimento della produzione come Bruno Francescon, presidente del Consorzio Perla Nera; Salvatore Lotta, direttore commerciale de L'Orto di Eleonora e Matteo Testa, direttore commerciale di San Lidano.
Per il sistema distributivo saranno affiancati da Nicola Biasiolo, Responsabile Acquisti Ortofrutta presso Unicomm e Valerio Gentili, Buyer Frutta Gruppo Gabrielli.
Vi aspettiamo alle ore 11.00 del 29 luglio sui nostri canali social. Non mancate!
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Produzione in crescita, export trainante: i numeri della filiera anguria
Sul fronte produttivo, i dati ISTAT – pur con qualche limite di dettaglio legato alla natura annuale della coltura – delineano un quadro chiaro: nel 2024 la produzione italiana di angurie ha superato le 700 mila tonnellate, distribuite su una superficie di circa 15 mila ettari.
Il comparto è concentrato soprattutto in sei regioni, che da sole coprono l’88% delle superfici coltivate: Puglia, Lazio, Sicilia, Campania, Lombardia ed Emilia-Romagna.
Secondo l’ISTAT, le superfici coltivate aa anguria sono cresciute del 13% rispetto al 2019, un dato coerente con le ultime annate positive, che hanno visto un andamento favorevole dei prezzi in campagna e un mercato estero particolarmente ricettivo.

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L’export continua infatti a trainare la filiera, con oltre 300 mila tonnellate esportate nel 2024 che fanno dell’anguria un prodotto di punta dell’export ortofrutticolo italiano. La Germania, come da tradizione, resta il primo sbocco commerciale, assorbendo quasi la metà dei volumi italiani. Seguono, seppure a distanza, i mercati dell’Est europeo – in particolare Polonia e Repubblica Ceca – e i Paesi confinanti, come Francia, Austria e Svizzera. Proprio quest’ultima si conferma tra i mercati più remunerativi, acquistando le angurie italiane a prezzi medi più alti rispetto agli altri partner commerciali.
I numeri della GDO: crescono i volumi, ma scendono i prezzi
Come già accennato, nel 2024 i volumi di anguria acquistati in Italia sono cresciuti dell’1% rispetto al 2023, consolidando un biennio in forte ascesa che, rispetto al 2020, segna un balzo complessivo di oltre 30 punti percentuali.
La distribuzione moderna, in particolare i discount, ha continuato a trainare le vendite, mantenendo un tasso di crescita più sostenuto rispetto al resto del mercato. Il dettaglio tradizionale, invece, continua a perdere terreno, soffrendo una progressiva erosione delle quote di mercato.

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Sul fronte del valore, però, il 2024 segna un ridimensionamento rispetto al 2023, con un calo complessivo del 9%. Più marcata la flessione per i discount, che hanno perso 17 punti percentuali, e per il dettaglio tradizionale, sceso addirittura del 21%.

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Il motivo di questo scarto tra volumi e fatturato è chiaro: i prezzi sono calati. La deflazione media sul comparto è stata dell’8%, pur restando su livelli più alti rispetto alle annate 2020 e 2021. Inoltre, non dimentichiamoci che l’anguria durante i mesi estivi detiene, considerando il comparto della frutta, il 20% dei volumi e sviluppa circa il 10% del fatturato.

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Una crescita di lungo periodo: +75% a valore rispetto al 2016
Se si guarda al lungo periodo, i dati elaborati per il canale Iper+Super raccontano un’evoluzione ancora più interessante. Nel 2024 i volumi sono aumentati del 6% rispetto al 2023 e del 4% rispetto al 2016, anno di riferimento per la serie storica.
Quello che colpisce di più, però, è il salto a valore: rispetto al 2016, negli ultimi tre anni l’incremento è stato compreso tra il 65% e il 75%, mentre rispetto al 2021 la crescita supera i 40 punti percentuali.

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Una dinamica che riflette fedelmente l’andamento dei prezzi, in forte progressione soprattutto tra il 2021 e il 2023, a conferma di un triennio estremamente favorevole per il comparto. Nonostante i recenti cali, infatti, il comparto ha saputo mantenere volumi sostenuti e una risposta positiva da parte dei consumatori. Merito di un’offerta che si è evoluta, introducendo segmentazioni e nuove tipologie, e di condizioni climatiche che hanno certamente favorito i consumi estivi. Un binomio che, almeno finora, ha premiato il mercato.

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Campagna 2025: inizio balbettante, poi il cambio di passo a giugno
Proprio il clima sembra essere il principale alleato del buon andamento della prima metà della campagna angurie. I dati del canale Iper+Super, aggiornati alla week 27, mostrano infatti una crescita del +17% a volume e un incremento del +27% a valore, spinti anche da un rialzo dei prezzi di 8 punti percentuali.
Dopo un avvio prudente nei mesi di aprile e maggio, è stato soprattutto giugno a segnare il cambio di passo. Va però ricordato che nel 2023 lo stesso mese era stato penalizzato da condizioni meteo sfavorevoli, in particolare al Nord Italia, mentre quest’anno le temperature si sono mantenute miti e stabili lungo tutta la Penisola, favorendo i consumi.
Il bilancio finale della campagna, comunque, dipenderà dai risultati di luglio e agosto, i due mesi decisivi che rappresentano circa il 70% delle vendite a volume nel canale Iper+Super. Maggio e giugno, per confronto, pesano poco più del 25%, come evidenzia il grafico sottostante, che riporta la distribuzione mensile delle vendite nell’ultimo biennio. (bf)
Ha collaborato Alberto Biffi

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