Dal campo
Le arance non vanno più in vacanza, riscoprono il piacere dei mesi caldi
Sebastiano Vendramin: «C’è molta più attenzione grazie al consumo di spremute fuori casa»

Fino a pochi anni fa, l’idea di consumare un’arancia in piena estate appariva quasi come un’eresia per molti italiani. Frutto simbolo dell’inverno, legato alle influenze di stagione e ai pomeriggi freddi, l’arancia era vista più come un rimedio naturale che come piacere estivo. Ma qualcosa sta cambiando. «Da qualche anno stiamo assistendo a un’inversione di tendenza – racconta Sebastiano Vendramin, venditore dell’Azienda Agricola Lusia, attiva al mercato di Treviso –. C’è molto più interesse verso le arance anche durante i mesi più caldi, soprattutto grazie al consumo in forma di spremuta nel canale Ho.Re.Ca».

Una trasformazione culturale e commerciale che sta rimodellando la stagionalità percepita del prodotto.
«In questo periodo – spiega Vendramin – stiamo lavorando soprattutto con arance greche della varietà Valencia, perfette per le spremute grazie alle pezzature medio-piccole. È un agrume molto apprezzato perché mediterraneo e il più simile alle varietà italiane. Le quotazioni si aggirano tra 1 e 1,40 euro al chilo, a seconda del calibro, e la stagione dovrebbe durare fino a settembre».

Oltre alla Grecia, anche il Sudafrica è presente sul mercato estivo con le arance Navel, un altro prodotto pensato per coprire la domanda fuori stagione: «Le Navel sudafricane – continua Vendramin – si collocano tra 1,30 e 1,50 euro al chilo. In commercio non manca neanche il prodotto egiziano, seppure con caratteristiche diverse».
Il consumatore italiano, da sempre molto legato alla stagionalità e alla qualità del prodotto nazionale, sembra quindi aprirsi gradualmente all’idea che l’arancia possa avere una “seconda vita” anche nei mesi caldi.
«Se guardiamo indietro di quindici anni – conclude Vendramin – il consumo di arance in estate era pressoché nullo. Oggi, invece, cresce di anno in anno. Siamo un Paese molto stagionale sul fronte agrumi, anche perché il clou della stagione resta il Tarocco siciliano, ma l’interesse per la spremuta fresca, anche sotto l’ombrellone, sta facendo la differenza».
