Attualità
Le Iene contro il falso made in Italy
Oltre 300mila firme per la petizione su change.org dopo il servizio tv di domenica
Mentre il Ministro Maurizio Martina vola a New York per presentare il segno unico distintivo del Made in Italy, in Italia succede il finimondo, almeno sul web, dove su change.org la petizione "Vogliamo il VERO "Made in Italy" #veromadeinitaly" è arrivata meno di 24 ore a oltre 300mila firme e si appresta dunque ad essere presentata direttamente al Presidente del Consiglio Matteo Renzi, al Ministero dell'Agricoltura Maurizio Martina e al Ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi.
La causa scatenante è un servizio del programma "Le Iene", andato in onda domenica sera sulla rete televisiva Italia 1, che mette in evidenza come per l'industria conserviera italiana ed europea sia facilmente possibile non solo importare concentrato di pomodoro di bassissima qualità proveniente dalla Cina, ma anche utilizzarlo per la realizzazione dei loro prodotti finiti senza che l'origine della materia prima venga indicata in etichetta. La tesi sostenuta dal servizio è che note aziende italiane produttrici di passate di pomodoro, sughi e salse come il ketchup utilizzerebbero (ndr, il condizionale è d'obbligo) da anni il concentrato di pomodoro cinese nelle loro preparazioni, un prodotto – tra l'altro – coltivato con tecniche e prodotti non più ammessi dalla legislazione europea. Il servizio, inoltre, evidenzia che talvolta le aziende italiane per risparmiare sui costi richiederebbero addirittura prodotti avariati, nel frattempo diventati di colore "marrone", a cui sarebbe necessario aggiungere coloranti per renderli di nuovo brillanti. Un vero e proprio schiaffo al consumatore italiano, e non solo!
Dopo una lunga intervista con un esportatore cinese di concentrato di pomodoro, la Iena Nadia Toffa chiede chiarezza a Lorenzo Bazzana, responsabile economico della Coldiretti, associazione che da tempo ha impostato una battaglia per la tutela del Made in Italy. Bazzana ha riferito che il "gioco" funziona allo stesso modo anche per formaggi e prosciutti. La Iena ha quindi lanciato la petizione invitando i telespettatori a firmarla attraverso il sito di change.org. "Chiediamo che su TUTTI i prodotti alimentari inscatolati venga dichiarata la provenienza degli ingredienti, come si fa per l'olio extravergine di oliva e pochissimi altri alimenti confezionati, per cui bisogna scrivere la provenienza: Italia, UE, extra UE" si legge su change.org.
Una tesi come quella sostenuta nel servizio, la cui veridicità va ovviamente verificata perché si basa su dichiarazioni di un solo operatore, peserà comunque sul business delle filiere italiane di tali prodotti, dalla produzione alla distribuzione, fino a che non verrà fatta maggiore chiarezza da parte delle Istituzioni e fino a che non verrà approvata una legge che possa consentire davvero al consumatore finale di capire la filiera del cibo che si appresta a mangiare.
Copyright 2015 Italiafruit News
La causa scatenante è un servizio del programma "Le Iene", andato in onda domenica sera sulla rete televisiva Italia 1, che mette in evidenza come per l'industria conserviera italiana ed europea sia facilmente possibile non solo importare concentrato di pomodoro di bassissima qualità proveniente dalla Cina, ma anche utilizzarlo per la realizzazione dei loro prodotti finiti senza che l'origine della materia prima venga indicata in etichetta. La tesi sostenuta dal servizio è che note aziende italiane produttrici di passate di pomodoro, sughi e salse come il ketchup utilizzerebbero (ndr, il condizionale è d'obbligo) da anni il concentrato di pomodoro cinese nelle loro preparazioni, un prodotto – tra l'altro – coltivato con tecniche e prodotti non più ammessi dalla legislazione europea. Il servizio, inoltre, evidenzia che talvolta le aziende italiane per risparmiare sui costi richiederebbero addirittura prodotti avariati, nel frattempo diventati di colore "marrone", a cui sarebbe necessario aggiungere coloranti per renderli di nuovo brillanti. Un vero e proprio schiaffo al consumatore italiano, e non solo!
Dopo una lunga intervista con un esportatore cinese di concentrato di pomodoro, la Iena Nadia Toffa chiede chiarezza a Lorenzo Bazzana, responsabile economico della Coldiretti, associazione che da tempo ha impostato una battaglia per la tutela del Made in Italy. Bazzana ha riferito che il "gioco" funziona allo stesso modo anche per formaggi e prosciutti. La Iena ha quindi lanciato la petizione invitando i telespettatori a firmarla attraverso il sito di change.org. "Chiediamo che su TUTTI i prodotti alimentari inscatolati venga dichiarata la provenienza degli ingredienti, come si fa per l'olio extravergine di oliva e pochissimi altri alimenti confezionati, per cui bisogna scrivere la provenienza: Italia, UE, extra UE" si legge su change.org.
Una tesi come quella sostenuta nel servizio, la cui veridicità va ovviamente verificata perché si basa su dichiarazioni di un solo operatore, peserà comunque sul business delle filiere italiane di tali prodotti, dalla produzione alla distribuzione, fino a che non verrà fatta maggiore chiarezza da parte delle Istituzioni e fino a che non verrà approvata una legge che possa consentire davvero al consumatore finale di capire la filiera del cibo che si appresta a mangiare.
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