Prezzi alle stelle per le ciliegie a maggio

Fino a 20 euro al chilo causa difficoltà produttive all'inizio della campagna commerciale

Prezzi alle stelle per le ciliegie a maggio

Tra i prodotti con una stagionalità ben definita, le ciliegie rappresentano senza dubbio una delle categorie più emblematiche del reparto ortofrutta. Nel solo periodo compreso tra maggio e luglio 2024, infatti, si è realizzato oltre il 95% delle vendite di ciliegie in ipermercati e supermercati, la quasi totlaità in soli tre mesi. Per questo motivo, come di consueto, Italiafruit News dedica uno sguardo specifico all’assortimento di ciliegie nella fase iniziale della campagna commerciale.
L’analisi prende in esame sei punti vendita appartenenti ad altrettante insegne della piazza di Reggio Emilia, osservati alla fine di maggio.

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L’avvio ritardato della campagna, caratterizzato da una disponibilità limitata di prodotto – soprattutto in Puglia – e da quotazioni elevate, ha ostacolato l’ampliamento dell’assortimento. In diversi punti vendita, infatti, l’offerta risulta piuttosto contenuta: Lidl ed Eurospar propongono una sola referenza, mentre Eurospin ed Esselunga ne presentano appena due. Più ampio l’assortimento osservato nei negozi Coop e Conad, che offrono quattro referenze ciascuno, inclusa un’opzione biologica.
Per quanto riguarda la segmentazione, le etichette riportano in modo chiaro l’origine del prodotto: circa il 70% delle referenze rilevate proviene dalla Puglia, principale area di produzione in questa fase iniziale della campagna. Completano il quadro tre referenze di ciliegie Vignola IGP e una proveniente dal Veneto.

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La pezzatura delle ciliegie, insieme alla varietà e alla provenienza, rappresenta un fattore determinante nella percezione del consumatore. In questa prima fase della campagna, l’offerta si concentra prevalentemente su calibri medi: le dimensioni 24-26 e 24+ (quest’ultima riferita a prodotto biologico) che coprono circa la metà delle referenze rilevate. Il restante 50% è costituito da calibri più piccoli, in particolare il 22-24 e, in un caso, il 22+ biologico.
Le difficoltà produttive e il carattere ancora iniziale della campagna non favoriscono, al momento, la presenza di calibri più grandi come il 28-30. Quest’ultima pezzatura o anche calibri superiori, molto apprezzati dal consumatore per l’aspetto e la consistenza, potrebbero diventare più diffusi nella fase centrale della stagione, qualora le condizioni produttive lo permettano.

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Per quanto riguarda lo spazio espositivo dedicato, il dato assoluto riflette, come di consueto, il numero di referenze trattate: Coop e Conad, con l’assortimento più ampio, registrano i livelli più elevati, seguiti da Esselunga ed Esurospin. Tuttavia, se si considera il dato in termini relativi – ovvero lo spazio medio riservato a ciascuna referenza – i valori risultano superiori rispetto a quelli rilevati, per esempio, a marzo per le fragole (clicca qui per approfondire).

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Chiudiamo con l’analisi dei prezzi medi, segmentati in base alla modalità di produzione e alla pezzatura. Le referenze con i prezzi più elevati sono le due biologiche, che si aggirano tra i 18-20 euro al chilo. Tra i prodotti convenzionali, il calibro più grande (24-26) registra una media di circa 13 €/kg, con un’oscillazione tra 11 e 15 €/kg e una variabilità più marcata rispetto ai calibri inferiori. Il calibro 22-24, invece, presenta una media leggermente superiore ai 9 €/kg, con un range che va da un minimo di 8 a un massimo di 11 €/kg.

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Come considerazione finale, possiamo affermare che, anche per i calibri più piccoli, i prezzi si mantengono su livelli decisamente elevati. Analizzando la media delle vendite in ipermercati e supermercati nel mese di maggio, emerge chiaramente come, in questo periodo, solo i frutti di bosco registrino prezzi medi superiori a quelli delle ciliegie. Queste ultime, nel 2025, si attestano su un prezzo medio prossimo ai 10 €/kg, in aumento rispetto al 2024.
Colpisce il fatto che, subito dopo le ciliegie, il segmento con il prezzo medio più alto nel reparto ortofrutta sia quello della frutta esotica, pur con valori sensibilmente inferiori: circa 6 €/kg, comunque considerabili alti nel contesto generale.

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I dati di vendita registrati a maggio non sono incoraggianti, ma il ritardo produttivo rende difficile tracciare un trend affidabile in questa fase: sarà necessario attendere almeno la fase centrale della campagna commerciale per una valutazione complessiva.
Acquistare frutta a 10 euro al chilo può sembrare un lusso, ma se la promessa di qualità viene rispettata, il consumatore non si mostra refrattario all’acquisto. Piuttosto, tende a ridurre le quantità acquistate, come già osservato negli ultimi anni per altre categorie ad alto valore percepito, come le fragole o l’uva, per cui si è registrato un apprezzamento dell’offerta in termini di euro-chilo. (bf)