Le pere si polarizzano nella Gdo

Assortimenti ampi e profondi alle porte di aprile come elemento disitintivo; 74% di prodotto italiano

Le pere si polarizzano nella Gdo

Negli ultimi anni la pera ha attraversato stagioni difficili sul mercato italiano. Le criticità in fase di coltivazione, unite a un progressivo disinteresse da parte dei consumatori, hanno portato a un calo dei consumi con conseguenze negative sulle vendite nella Gdo. Tuttavia, un’indagine condotta da Italiafruit News a fine marzo in sei punti vendita di altrettante insegne nella piazza di Reggio Emilia, ha evidenziato approcci profondamente differenti da parte dei retailer. Alcuni, infatti, continuano a dedicare alle pere spazi e assortimenti superiori alle aspettative, soprattutto considerando il periodo stagionale. Questo è un chiaro segnale di come la categoria abbia ancora un grande potenziale di sviluppo e di ripresa, con alcune insegne di riferimento per la distribuzione nazionale che stanno sfruttando la buona disponibilità di prodotto nazionale e la prolungata conservabilità dei frutti.

Scopriamo insieme i principali risultati emersi in questo primo articolo che approfondirà numeriche, spazi e origine correlata alle varietà. Seguirà, poi, un secondo articolo in cui approfondire altri temi, come le confezioni più utilizzate, i marchi, il ruolo del territorio e i prezzi.

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Partiamo dalle numeriche complessive, suddivise tra prodotto sfuso e confezionato. Questo primo quadro evidenzia approcci molto differenti tra i retailer: da un lato, chi investe sulla categoria delle pere con assortimenti ampi e articolati – come Coop (9 referenze), Conad (12) ed Esselunga (14); dall’altro, chi propone un’offerta più essenziale, come Eurospar e Lidl (4 referenze) ed Eurospin (3). 
Di certo, la superficie di vendita incide sulle scelte assortimentali, ma alla luce delle rilevazioni passate anche su altre categorie, in questo caso è evidente una strategia molto differente, in funzione del ruolo assegnato alla categoria dalle diverse insegne.

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Le referenze vendute sfuse rappresentano il 43% dell’assortimento complessivo. Tuttavia, a livello di spazi espositivi, si nota una certa sovraesposizione: lo sfuso occupa infatti il 55% dello spazio dedicato alle pere, una quota superiore rispetto al suo peso nell’assortimento. Questa tendenza risulta particolarmente marcata in insegne come Coop e Conad, in cui lo sfuso assume un’importanza maggiore rispetto alla media.

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Facciamo ora un passo indietro per confrontare l’assortimento di pere in due periodi diversi, mantenendo le stesse insegne (5 su 6) ma in piazze differenti e, naturalmente, in punti vendita diversi. La rilevazione effettuata a fine marzo a Reggio Emilia, su cui si basa questo articolo, è stata messa a confronto con una precedente analisi condotta a Modena, città geograficamente vicina, a dicembre. Questo confronto ha permesso di analizzare i dati relativi a cinque insegne presenti in entrambe le città, evidenziando le differenze nelle numeriche di assortimento.

I due periodi analizzati corrispondono a momenti stagionali diversi per la categoria delle pere: dicembre rappresenta il picco della stagione, mentre fine marzo si avvicina alla fase conclusiva. Questo si riflette anche nelle numeriche di alcune insegne: in Coop, Eurospar e Lidl si osserva infatti un calo dell’assortimento. Va però considerato, nel caso di Coop, che la superficie dei due punti vendita è molto diversa, e che le 9 referenze rilevate a marzo rappresentano comunque un assortimento piuttosto ampio nel periodo.
I casi più sorprendenti sono però quelli di Esselunga e Conad, dove si registra un aumento delle referenze tra dicembre e marzo. In particolare, il dato di Conad colpisce per via del contesto: il punto vendita con l’assortimento più completo a marzo è anche più piccolo rispetto a quello analizzato a dicembre (3.000 mq contro 5.000 mq), segno di una strategia commerciale che va oltre la semplice dimensione del negozio.

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A livello di tipologia, si osserva una buona profondità nell'assortimento, con Abate, Williams e Kaiser presenti in 5 negozi su 6. Le altre cinque varietà presenti, invece, sono meno presenti. Un caso particolare è quello di Eurospin, che offre solo tre referenze e con varietà tra le meno presenti nel complesso, ovvero Coscia, Angélys e Max Red Bartlett.

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Incrociando i dati su varietà e origine, emerge una prevalenza del prodotto nazionale, che rappresenta il 74% delle referenze complessive. Questa quota raggiunge il 100% per varietà come Abate, Kaiser, Decana e Angélys. Diversa la situazione per Williams e Max Red Bartlett, dove si rileva una discreta presenza di prodotto di origine argentina e, in misura minore, sudafricana. Dall’Olanda è stata rilevata una sola referenza di Conference, mentre la Coscia risulta interamente di origine cilena.

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Ha collaborato Giampaolo Ferri. (gc)

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