Il meglio di IFN
Prosegue la cavalcata dell’import di ortofrutta
L’aggiornamento ISTAT a settembre porta il disavanzo commerciale a 400.000 tonnellate
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Dopo nove mesi, le importazioni di frutta e verdura procedono a gonfie vele, con incrementi a doppia cifra, tanto a volume (+12%), quanto a valore (+14%), a cui corrisponde un saldo commerciale in caduta libera a volume, con un passivo di quasi 400 mila tonnellate. Viceversa, a livello monetario restiamo a galla con un avanzo di 170 milioni di euro. Tuttavia, c’è poco da festeggiare perché da un anno all’altro il valore è più che dimezzato.
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Dalle dall’analisi del Monitor Ortofrutta di Agroter su dati Istat relativi all’import-export ortofrutticolo italiano aggiornati a settembre, emerge quindi un quadro a tinte fosche che difficilmente migliorerà nell’ultimo trimestre.
Entrando nel dettaglio delle macrocategorie, è evidente la difficoltà nell’export di frutta fresca, con i quantitativi in calo del 5% da un anno all’altro, mentre a valore non si va oltre il +2%. Al contrario, performano piuttosto bene le categorie legumi/ortaggi e gli agrumi, entrambi in crescita a volume (+9%) e a valore (+19%). Interessante anche il risultato fin qui raggiunto della frutta tropicale, che sfonda la soglia dei 100 milioni esportati.
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Per quanto riguarda le importazioni l’unico segno meno a volume compare per gli agrumi (-8%) e, a valore, per la frutta secca (-3%); per il resto c’è stato un incremento generalizzato degli acquisti dall’estero, in particolare per i legumi e ortaggi, che crescono di quasi un quarto a quantità e del 30% a valore.
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Analizzando i dati per singolo prodotto, è evidente come la categoria delle drupacee abbia inficiato significativamente le performance del nostro export. Pesche/nettarine e albicocche, in un anno hanno perso 80 mila tonnellate, che in buona sostanza è il valore che manca alla categoria frutta fresca. Anche per mele e uva da tavola i volumi esportati in 9 mesi sono in calo, seppur di poco, e rispettivamente pari a -0,3% e -4%. In controtendenza il kiwi (+15%), che segue a breve distanza le buone performance di pomodori, patate e carote, che crescono fra il 22 e 26%.
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Nell’export a valore si nota un trend positivo per tutti i prodotti analizzati, soprattutto fra gli ortaggi, dove svettano le carote (+119%); al contrario pesche/nettarine e albicocche confermano l’annata storta con una diminuzione del 40 e 32%, rispettivamente.
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Per quanto riguarda l’import, solo le mele possono sorridere poiché c’è stata una regressione tanto a volume quanto a valore del 17%. Per le restanti specie analizzate, chi più e chi meno, si nota un incremento delle importazioni sia a volume che a valore. In particolare, spiccano le patate, che sfondano la soglia del mezzo milione di tonnellata (+41%), equivalenti ad oltre 200 milioni (+97%) spesi dalle aziende importatrici italiane.
Ha collaborato Alberto Biffi
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