Mazzarrone, partenza sprint per l’uva Igp: “Non è rimasto un grappolo”

Il presidente del Consorzio Raniolo racconta le prospettive, tra riconversione varietale e minacce

Mazzarrone, partenza sprint per l’uva Igp: “Non è rimasto un grappolo”

Dopo stagioni complicate, come quella del 2022, segnata da eventi climatici estremi e difficoltà commerciali, a Mazzarrone si torna a sorridere. Il 2025 si è aperto in modo positivo sotto ogni punto di vista: agronomico, qualitativo e commerciale. A confermarlo è Gianni Raniolo, presidente del Consorzio di Tutela dell’Uva da Tavola di Mazzarrone Igp, che ad IFN fornisce un quadro preliminare della campagna appena iniziata.

“Un inizio da incorniciare”
“Abbiamo iniziato la raccolta a inizio maggio con le varietà precoci coltivate in serra, come Vittoria e Black Magic, e anche con alcune apirene brevettate – racconta Raniolo –. Le condizioni climatiche sono state ideali: primavera stabile, ottima disponibilità idrica e assenza di escursioni termiche violente. Il risultato? Un grado Brix elevato e qualità straordinaria. Il prodotto sotto serra è stato venduto tutto: non è rimasto un grappolo”. Non solo qualità, anche il mercato ha premiato: “I prezzi di vendita sono stati superiori del 30% rispetto alla media per il periodo, segno che il valore dell’uva precoce di Mazzarrone è riconosciuto. E, soprattutto, il nostro areale si è distinto per essere stato l’unico in grado di garantire da subito un prodotto di eccellenza".

Gianni Raniolo, presidente del Consorzio di Tutela dell’Uva da Tavola di Mazzarrone Igp

L’ingresso in scena delle uve coltivate sotto tendone e archetti, partito nella prima settimana di giugno, conferma il trend positivo. “Abbiamo proseguito con le varietà Vittoria e Black Magic e alcune apirene. A luglio sarà la volta della Red Globe e della nostra punta di diamante: l’Uva Italia”, continua Raniolo. Una congiuntura favorevole ha inoltre alleggerito la pressione competitiva. “Quest’anno non c’è stata concorrenza dall’Egitto e dal Nord Africa, che storicamente arrivavano prima di noi. Questo ci ha permesso di entrare sul mercato in condizioni vantaggiose. Ma la stagione è lunga, bisogna rimanere vigili”.

Transizione varietale: equilibrio tra innovazione e tradizione
Un altro fronte caldo è quello della riconversione varietale. “Oggi circa il 30% delle superfici è già passato dalle varietà con semi alle apirene. Stimiamo di arrivare al 50%, ma senza rinnegare le varietà storiche. L’Uva Italia, con il suo gusto inconfondibile di moscato, resterà un pilastro di Mazzarrone», chiarisce Raniolo.
L’obiettivo è un areale equilibrato, in grado di rispondere alle richieste del mercato senza sacrificare l’identità del territorio: «Serviranno ancora 2-3 anni per completare il processo. Ma la direzione è tracciata”.

Sicurezza e manodopera: i problemi irrisolti
Nonostante il buon avvio, restano nodi strutturali che minacciano la tenuta del comparto. In primis i furti. “La situazione è insostenibile – denuncia il presidente –. I produttori sono esasperati: si sentono abbandonati e minacciati. Abbiamo sollecitato le istituzioni, ma serve un’azione decisa anche da parte dei consumatori. L’uva rubata può contenere residui di trattamenti e non è idonea al consumo. Bisogna spezzare questo circolo malato”.
Altro problema cronico: la carenza di manodopera. “Mazzarrone ha sempre avuto una forza lavoro specializzata e di qualità. Oggi mancano persone nei campi. Serve una gestione trasparente e inclusiva del lavoro agricolo: dobbiamo offrire opportunità legali e dignitose, soprattutto ai lavoratori stranieri”.

Un ritorno alla fiducia
Le ultime due stagioni, però, stanno risollevando morale e aspettative. “I fantasmi del passato si stanno allontanando. Il nostro obiettivo ora è dare continuità ai risultati. Qualità, organizzazione e promozione saranno le chiavi per consolidare il posizionamento dell’Uva di Mazzarrone Igp nei mercati italiani ed esteri”, conclude Raniolo.
Dopo le ombre, il sole è tornato a splendere sui vigneti siciliani.